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Il consiglio di dipartimento di martedì 27 maggio ha approvato il calendario didattico per il prossimo anno accademico, quindi anche gli appelli d’esame. Dopo un anno di richieste incessanti da parte dei rappresentanti degli studenti dei dipartimenti di Filologia (Lettere, Lingue e Informatica Umanistica) e di CFS (Storia, Filosofia, DISCO e SBC) di ripristinare l’appello di dicembre cancellato l’anno scorso, il dibattito si è aperto su un piano allucinante per cui una parte del corpo docente ha proposto di cancellare cancellare anche l’appello di aprile. Le istanze degli studenti, sollevate in passato con percorsi partecipati e collettivi, sono state ancora una volta messe in secondo piano da chi continua a promuovere una retorica dell’efficienza formale dei nostri studi, non considerando il valore aggiunto che viene dall’approfondimento e sottovalutando il numero di esami che dobbiamo sostenere ogni anno.
Nella commissione didattica di lunedì 26 e nella seduta del consiglio di dipartimento del giorno dopo è stato possibile riportare con forza le ragioni di tutti gli studenti che si sono mobilitati per mantenere gli appelli d’esame. Nel corso della discussione sono emerse posizioni diverse fra i vari docenti che hanno portato a miglioramenti sostanziali rispetto alle posizioni più estreme. L’appello di dicembre è stato finalmente reintegrato, non solo è stato aggiunto come primo appello della sessione invernale e non come appello di recupero dell’anno precedente: questo significa che sarà fruibile per tutti gli studenti, anche per quelli al primo anno, e per sostenere gli esami del primo semestre.
Non è tutto ora ciò che luccica, anzi l’altra faccia della medaglia è che l’appello di aprile è stato ristretto alle sole categorie studentesche presenti nel regolamento didattico d’ateneo, ossia, studenti-lavoratori, fuoricorso e iscritti a corsi singoli di transizione. Questo aspetto del calendario didattico è ovviamente il più negativo e risponde a una logica compensativa che non riconosciamo, come se ripristinare l’appello di dicembre fosse una concessione agli studenti e non un diritto da non mettere in discussione. Resta il fatto positivo dell’apertura dell’appello di dicembre a tutti gli studenti (ad esempio, gli studenti borsisti potranno comunque avere a disposizione tre appelli dal post-settembre a giugno per conseguire i crediti necessari per la conferma della borsa di studio), dall’altro dal fatto che il dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere ha ancora 8 appelli d’esame aperti a tutti nell’arco di un anno accademico. Proprio in quel dipartimento si aprirà la battaglia per riaprire l’appello di dicembre e renderlo fruibile a tutti gli studenti nelle prossime settimane.
Crediamo che il reintegro dell’appello di dicembre sia un elemento positivo e migliorativo per tutta la popolazione studentesca di area umanistica e durante tutto l’anno lavoreremo all’interno degli organi affinché anche l’appello di aprile dall’anno prossimo venga riaperto a tutti. La lotta paga! #staytuned