Negli ultimi tempi il libero accesso all’Università e ai saperi è messo a dura prova. L’ultimo attacco, dopo che quest’anno con grande fatica e molto impegno, si è riusciti ad evitare l’introduzione di altri numeri chiusi nell’area di ingegneria, proviene nuovamente dal corso di Ingegneria Meccanica, dove nel Consiglio di mercoledì 14 marzo è stata approvata una delibera che fissa a 220 il massimo di iscritti a partire dall’anno 2019-2020.

22520057_1497035097059080_6018773371485644982_oCome Sinistra per… ci battiamo da più di vent’anni per un’Università aperta a tutti e tutte, libera e di qualità, pertanto non possiamo che criticare aspramente tale scelta. Una scelta che porta a chiudere in faccia le porte dell’università a tutti quegli studenti non considerati degni: studenti che provengono da scuole che non forniscono una preparazione completa, lavoratori o studenti che, banalmente, vogliono provare ad intraprendere questo percorso, ma che non si ritrovano all’inizio a disporre già di una preparazione sufficientemente elevata, ma che potrebbe essere integrata, con un po’ di costanza, in pochi mesi.

Il numero chiuso massacra quegli studenti che più e più fonti identificano come le fasce deboli. Nelle relazioni dell’Istat viene ripreso più volte come siano soprattutto le fasce medio-alte di reddito della popolazione a poter frequentare l’università. I dati forniti dal CISIA, inoltre, mettono in luce come siano gli studenti provenienti da scuole superiori del Nord Italia che riescano a fare i punteggi migliori ai test, le stesse scuole che prendono maggiori finanziamenti a livello nazionale. Vi sono inoltre altre criticità, a partire dal metodo di selezione del bando basato sul test TOLC che non è progettato per selezionare ma solo per consentire l’autovalutazione. In ogni caso impedire l’immatricolazione in ingresso non può che creare disparità tra studenti che provengono da contesti sociali e culturali diversi.

La decisione del numero chiuso, ancora una volta, ci viene motivata con un’ipotetica volontà di miglioramento della didattica. Chi è studente di meccanica saprà bene che l’affollamento che si ha in alcuni corsi durante il primo semestre del primo anno è originato non solo dalle matricole, ma anche da tutti quegli studenti che, essendo bloccati su questi esami, seguono di nuovo le lezioni per la seconda/terza/quarta volta. Invece di attribuire la colpa alla presunta “incompetenza” o “inadeguatezza” degli studenti in ingresso, tutta da dimostrare, non sarebbe una scelta migliore capire quali siano i problemi a livello di insegnamento presenti e trovare modi di risolverli?

Durante il voto è però mancata nella squadra di rappresentanza la compattezza che servirebbe in questi casi. Trovandosi davanti tutti i professori a favore e unanimi nella decisione, alcuni rappresentanti non hanno votato contrari alla delibera, venendo meno alla responsabilità verso tutti gli studenti che alle scorse elezioni hanno votato Sinistra per…, lista che del libero accesso all’università ha fatto negli anni un manifesto al fine di continuare a preservare il diritto allo studio per tutti, senza nessuna distinzione di provenienza, di classe sociale o conoscenze pregresse. Negli anni abbiamo sempre sostenuto che la “selezione” debba avvenire durante il percorso universitario, valutando ogni studente per le conoscenze acquisite tramite le lezioni e lo studio. Come rappresentanti facciamo pubblica ammenda del passo indietro che è stato fatto all’interno del corso di meccanica, chiarendo che aver ottenuto un numero più alto di quello della scorsa delibera non è affatto sufficiente, ma che l’unica soluzione accettabile per il benessere dell’università resta un finanziamento consistente, che da ormai un decennio aspettiamo, in modo che tutti abbiano la possibilità di studiare. Nonostante sia stato fatto un passo falso, promettiamo che la battaglia continuerà, ancora più accesa, negli organi superiori.