Pubblichiamo integralmente il comunicato inviato ai giornali e pubblicato sulla versione cartacea de Il Tirreno nel giorno 24.07.2013. Lo stesso giorno sui giornali un altro articolo lanciava un’iniziativa serale anti-movida per venerdì 26 luglio organizzata dai comitati dei residenti e concordata con un ampio ventaglio di istituzioni (dal Comune all’Università). Oltre a criticare il ragionamento costruito intorno all’iniziativa, che sostanzialmente appoggia l’approccio alla questione come problema di ordine pubblico, ci chiediamo chi siano i due rappresentanti degli studenti che hanno partecipato ai tavoli organizzativi. La rappresentatività si basa sul consenso, non è pensabile auto-proclamarsi rappresentanti degli studenti e parlare a nome di una composizione che esprime ben altri bisogni. 

Segue il comunicato

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Il nostro intervento sulla “movida” della scorsa settimana è clamorosamente caduto nel vuoto. Su Piazza dei Cavalieri abbiamo già avanzato le nostre proposte: anziché tornare a militarizzare le piazze come fatto in passato, è opportuno varare alcune misure di buon senso (cestini e bagni pubblici per dare la possibilità a chi frequenta la piazza di non sporcare) e la promozione di spazi pubblici di socialità nell’area urbana aperti e accessibili anche alle forme di espressione culturale che sorgono dal basso e che troppo spesso non trovano spazi per potersi esprimere. Constatiamo come l’invito ad affrontare la questione in termini politici e non come problema di ordine pubblico è stato nei fatti rigettato dall’amministrazione comunale. La vicenda è stata interamente delegata alla Prefettura e al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, rinunciando all’individuazione di una soluzione politica e soprattutto provocando un clima che denunciamo, fatto di verbali e denunce da parte di agenti in borghese per comportamenti che non hanno recato danni né disagi a niente e a nessuno.

Ci sembra, tuttavia, che il nodo della questione sia più profondo. Il livello del dibattito che si sta sviluppando nei principali giornali cittadini è molto basso e non affronta i reali problemi che stanno alla base della questione. Non li affronta perché non c’è la capacità o la volontà di comprendere la situazione studentesca in questa città. In particolare, viene da sorridere – ed è un sorriso amaro – leggendo che gli esponenti del comitato “La Cittadella” ritengono di esser cittadini di serie b in confronto a chi vive le piazze del centro cittadino. La composizione sociale che puntualmente d’estate si ritrova sotto gli strali dei comitati dei residenti e dei benpensanti è prevalentemente rappresentata da studenti fuori sede che conoscono un’integrazione parziale nella città di Pisa. Per molte attività economiche e per molti esercizi commerciali del centro costituiscono la spina dorsale senza la quale difficilmente tali attività potrebbero andare avanti; tuttavia, il livello dell’integrazione e del riconoscimento dei bisogni culturali, sociali e di socialità è drammaticamente basso.

“Senza di noi Pisa muore”: era questo il grido che emerse dagli studenti fuori sede nell’estate di due anni fa, al culmine di un percorso di partecipazione scaturito proprio dalla militarizzazione di Piazza dei Cavalieri. Oggi ci sentiamo ancora una volta di rappresentare quel disagio. Infatti, la presenza degli studenti emerge solo quando viene contrapposta alle esigenze dei residenti, eppure esiste un vuoto clamoroso di dibattito pubblico e di confronto politico circa la negazione di sostanziali diritti e di servizi fondamentali a chi non è residente ma abita da anni la città di Pisa, come i 20.000 studenti fuori sede. Pretendiamo che la discussione sull’integrazione studenti-città individui fra le sue priorità il contrasto degli affitti a costi esorbitanti e in nero che chiunque sia venuto a studiare a Pisa ha dovuto fronteggiare, l’attuale esclusione degli studenti fuori sede da ogni forma di welfare municipale e il necessario potenziamento delle politiche culturali e la promozione dell’associazionismo giovanile. 

Pretendiamo che su questi punti critici e sulla questione Piazza dei Cavalieri ci sia un reale confronto politico con l’amministrazione cittadina e con tutte le componenti della città nell’ottica di costruire soluzioni condivise e di mettere da parte la strada facile, ma repressiva ed inefficace, che affida le questioni politiche alle autorità dell’ordine pubblico. Ci rivolgiamo anche alle forze politiche della città, perché riteniamo che sia urgente un’interrogazione in consiglio comunale sui temi che stiamo sollevando come studenti fuori sede.