Apprendiamo dai giornali che l’ARDSU ha bandito la gara d’appalto integrato per la realizzazione della nuova residenza universitaria in zona San Cataldo. Un progetto in cantiere da molti anni che finalmente compie un passo fondamentale verso la sua concretizzazione, che porterà l’offerta di posti letto per studenti borsisti su Pisa ad un incremento di 240 unità. Si conferma, quindi, l’impegno del diritto allo studio toscano nell’apertura di alloggi studenteschi che accogliamo positivamente avendo segnalato per anni il tema come una delle massime urgenze.

Tuttavia, la partita per garantire a chi ne ha diritto un servizio fondamentale quale l’alloggio non può dirsi conclusa e non è oro tutto ciò che luccica. Al momento l’ARDSU offre nella sede di Pisa 1562 posi letto (di cui però 39 a Carrara) a fronte dei 2.608 vincitori di posto alloggio dell’anno accademico appena trascorso). Il risultato è che a quasi un anno dalla pubblicazione delle graduatorie il processo di assegnazione degli alloggi non si è ancora concluso: restare un anno senza entrare nelle residenze universitaria – malgrado se ne abbia il diritto – fa aumentare le probabilità di abbandono da parte di studenti provenienti da famiglie poco abbienti, visto l‘alto costo degli affitti in una città universitaria come Pisa tanto da risultare molto superiori agli importi del contributo affitto.  

A complicare il quadro, l‘ARDSU dismetterà due residenze più piccole per coprire finanziariamente l’operazione, perdendo i relativi posti letto (ad oggi 48 in funzione fra le due residenze). Fra queste figura la palazzina in via dell’Occhio, al centro di una polemica di lunga data: nonostante le interessanti proposte alternative alla dismissione – su tutte il progetto di autorecupero dell’immobile presentato dall’associazione Giorgio Ricci – si è deciso di procedere con la permuta dell’edificio al vincitore del bando senza contattare gli occupanti, nonostante negli anni da più voci sia arrivata la richiesta di non svendere questo pezzo di patrimonio pubblico. Una decisione che abbiamo criticato e che peraltro rischia di non incontrare nemmeno un mercato favorevole dopo il crollo di una parte del tetto del dicembre scorso, con la probabile conseguenza di allontanare l’inizio dei lavori per la San Cataldo.

Di fronte a questo scenario, ci sembra evidente che alla San Cataldo devono essere affiancate altre operazioni per arrivare a una copertura completa degli aventi diritto al posto letto nelle case dello studente. In particolare, l’ARDSU con la collaborazione di altri enti pubblici dovrebbe concentrarsi su operazioni di recupero e riqualificazione di edifici esistenti: oltre a scongiurare nuova cementificazione, tali interventi consentirebbero di contenere la spesa e di avere a disposizione i nuovi posti letto in tempi più celeri rispetto a una costruzione ex-novo. La San Cataldo, infatti, comporterà un esborso molto significativo (11 milioni di euro per 240 posti letto) e difficilmente entrerà in funzione prima dell’anno accademico 2016/2017, mentre gli studenti hanno bisogno di risposte concrete quanto prima. Positivo in questo senso che si proseguano le trattative con INAIL per l’ex casa dello studente in via Paradisa, trattativa riaperta dopo le mobilitazioni degli studenti nello scorso autunno e che assicurerebbe circa 500 posti letto in più