Occupazione Santa Croce in Fossabanda-4Il consiglio comunale ha approvato nella notte un ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare Una città in Comune – Rifondazione Comunista sull’ex convento Santa Croce in Fossabanda. Il dispositivo (sostenuto anche dai voti di PD, Sel e M5S) dà un indirizzo politico chiaro all’Amministrazione comunale: valutare la fattibilità di una concessione temporanea di Fossabanda al Diritto allo Studio e convocare un tavolo con studenti e Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario per trovare soluzioni alla carenza di alloggi studenteschi in città.

Consideriamo l’ordine del giorno di ieri una tappa importante di un percorso che non può certo dirsi concluso, ma che è stato determinante per questo primo risultato. Siamo convinti che la nostra campagna, la mobilitazione studentesca autunnale sul diritto allo studio, l’occupazione simbolica dell’immobile l’11 novembre scorso, il corteo cittadino sul recupero a fini sociali del patrimonio pubblico del 15 novembre abbiano esercitato una fondamentale pressione sulla politica e sulle istituzioni e tenuta alta l’attenzione mediatica su Fossabanda.

Ora l’ordine del giorno approvato deve essere seguito urgentemente da azioni concrete da parte dell’Amministrazione Comunale e del Diritto allo Studio: pretendiamo che nel mese di gennaio vengano completate le verifiche di fattibilità – iniziate e mai concluse – e si giunga alla definizione delle modalità di concessione dell’immobile, nell’ottica di aprire 100 nuovi alloggi e una mensa universitaria nella zona universitaria delle Piagge.

A fronte di un bilancio comunale che prevede un piano delle alienazioni di beni pubblici per quasi 30 milioni di euro, il voto su Fossabanda rappresenta la possibilità di un’impostazione politica radicalmente diversa: sul modello della Paradisa, utilizzare le risorse pubbliche esistenti per finalità sociali, attraverso il recupero e la riqualificazione degli immobili inutilizzati e destinati all’alienazione. In mancanza di proposte alternative alla nostra su Fossabanda, non potremmo non leggere un’ulteriore stasi della trattativa come un forzato tentativo per vendere al miglior offerente l’ex convento, sacrificando la funzione sociale che potrebbe invece ricoprire.