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Lo scorso 30 maggio abbiamo lanciato assieme a Studenti di Sinistra di Firenze e a Link-Siena una campagna regionale sul diritto allo studio, denominata “Il Diritto allo Studio si deve fare!”. La scelta del titolo parte dalla volontà di ribadire quanto il diritto allo studio sia una necessità inderogabile e non sacrificabile alla luce di difficoltà di bilancio o di scelte politiche sull’allocazione delle risorse e degli investimenti. Per questo, abbiamo aperto pubblicamente il dibattito su una serie di temi fondamentali per il consolidamento e l’estensione dei benefici del diritto allo studio.
Fra questi, uno dei temi caldi riportati nelle assemblee degli studentati in questa fase riguarda la proposta del DSU di redigere un nuovo Regolamento Residenze valido per tutta la Regione. Nonostante nei mesi scorsi l’Azienda abbia mantenuto un atteggiamento aperto nei confronti delle proposte degli studenti attraverso una consultazione, alla prova dei fatti nella scrittura della prima bozza questa apertura è stata completamente sconfessata. Non solo le richieste dei rappresentanti delle residenze sono state ignorate, ma è stato adottato un impianto assolutamente restrittivo e repressivo dei comportamenti individuali. Rischia in questo modo di essere pesantemente penalizzata la qualità della vita degli studenti alloggiati dentro le residenze.
Gli studenti non hanno però accettato questa prospettiva e nelle diverse assemblee delle residenze tenutesi in tutta la Regione sono stati attivati dei percorsi per contrastare i punti più critici di questo regolamento. In questo senso, la campagna regionale ha raggiunto un suo obiettivo fondamentale: “il diritto allo studio si deve fare” partendo dagli studenti, dalla loro partecipazione e dalla loro capacità di indicare al DSU quali sono le priorità, essendo la componente viva delle nostre università e i soggetti titolari di un diritto.
A Pisa si è determinata negli ultimi giorni una raccolta firme interna a tutte le residenze del territorio che indica i punti del regolamento su cui gli studenti esprimono una contrarietà rigida e che chiede alla dirigenza del DSU un momento di confronto pubblico aperto alla partecipazione di tutti gli interessati. La raccolta firme si oppone alla mancanza di gradualità e di proporzionalità delle sanzioni, al limite di 4 ore per ospitare amici e/o parenti durante il giorno, al divieto di utilizzo di piccoli elettrodomestici, alla limitazione nell’orario di apertura degli spazi comuni (aule studio, sale polivalenti, ecc.), all’obbligo per tutti gli studenti di liberare l’alloggio dai propri effetti personali nel mese di agosto, alla possibilità per i dirigenti di anticipare e posticipare la chiusura e la riapertura delle residenze di alcuni giorni in deroga al bando di concorso.
Sono solo alcuni aspetti di un regolamento che deve essere radicalmente rivisto per diventare uno strumento utile alla convivenza e non ridursi a un dispositivo normativo di controllo, in cui si aggravano i doveri degli studenti e non si indicano nemmeno quali dovrebbero essere gli oneri e le responsabilità che deve assumersi l’Azienda. Intanto, è stata ottenuta la presenza dei dirigenti del DSU all’assemblea di lunedì 30 maggio (ore 21.30) alla Residenza Fascetti. Sarà un’occasione per ribadire quali sono le esigenze degli studenti e per pretendere che l’Azienda cambi completamente ottica: da un’impostazione proprietaria delle residenze e, in generale, del diritto allo studio a ente di servizio per gli studenti che non hanno la possibilità economica di sostenere il costo degli studi.
Invitiamo pertanto tutti gli studenti a partecipare a questa assemblea e a dare sostanza a un percorso per l’estensione e il rafforzamento dei benefici e dei servizi del DSU che è soltanto all’inizio.