E’ passato un mese dall’approvazione del calendario accademico 2013/2014 da parte del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, che ha deliberato la soppressione dell’appello di dicembre per i corsi di Lettere, Lingue e Informatica Umanistica (e rispettive lauree magistrali). Da allora abbiamo promosso una campagna per ripristinare questo appello e per bloccare la stessa delibera nel consiglio di dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, che andrebbe a tagliare l’appello anche per i corsi di Storia, Filosofia, Scienze dei Beni Culturali e DISCO. Nonostante il periodo di esami, la campagna ha riscosso una ampio seguito in rete e sui social network: la petizione on-line per sostenere la vertenza ha superato le 500 firme e si è diffusa una giusta indignazione per una misura dovuta alla sola volontà dei docenti.

Il 27 giugno l’opposizione dei rappresentanti degli studenti in commissione didattica di dipartimento ha impedito l’approvazione di un parere positivo sul provvedimento: in particolare, abbiamo fatto notare come, grazie all’abbassamento del numero di ore di didattica per credito (da 7 a 6) previsto per il prossimo anno accademico, ci sarebbe il margine per mantenere l’appello di dicembre e addirittura aprirlo a tutti con sospensione della didattica!

E’ arrivato il momento di sfruttare il mancato assenso della commissione didattica e di spostare la protesta dalla rete ai luoghi della formazione che viviamo ogni giorno, in vista del consiglio di dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere di martedì 9 luglio. Sentiamo l’esigenza di momenti di discussione collettiva con il numero più ampio possibili di studenti per organizzarci e mettere in campo azioni collettive per non rinunciare a questo diritto. E’ stata convocata per lunedì 8 luglio alle ore 18,30 un’assemblea nel giardino della biblioteca di Filosofia e Storia e un presidio per il giorno dopo alle 09,30 al Polo Guidotti, dove si tiene il consiglio di dipartimento decisivo per l’appello di dicembre (qui l’evento facebook). La partecipazione a questi momenti può risultare decisiva per respingere un provvedimento insensato e che inevitabilmente penalizzerà gli studenti: ci sembra evidente che togliendo un appello sarà sempre più difficile non andare fuori corso, mentre l’ateneo ipotizza un aumento delle tasse per questa categoria degli studenti; sarà sempre più difficile acquisire i crediti per mantenere la borsa di studio, mentre tutte le statistiche – ultimo il rapporto OCSE 2013 – testimoniano una crescente esclusione sociale dall’università per chi proviene da famiglie medio-basse.

Nonostante il caldo, gli esami e la decisa compattezza del corpo docente, non possiamo permetterci di chinare la testa su una questione tanto importante: RISE UP! Siamo sempre (come studenti) il 99% dei nostri dipartimenti….