Dopo un anno di attesa, trapelano i contenuti della prossima riforma dell’Università, ma non arrivano buone notizie.

Le Università non saranno più autonome: tramite il disegno di legge, il Governo vorrebbe imporre la propria presenza nei Consigli di Amministrazione, per controllare e sorvegliare le Università dall’interno. Si parla anche di dimezzamento della rappresentanza studentesca nell’organo, e perfino l’eliminazione della rappresentanza del personale. Ma non solo, si parla anche di riforma dell’ANVUR (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca): nel disegno di legge depositato si prevederebbe che il presidente decreto ministeriale.

Ciò non ci deve sorprendere: Galli della Loggia ha sempre avuto posizioni molto precise sul ruolo che deve avere il Governo dentro le Università, a partire dalla repressione delle proteste. Nei suoi interventi pubblici, ha più volte additato l’autonomia delle università come causa principale della crisi dell Accademia, arrivando perfino a chiedere le dimissioni della ministra Bernini per non aver agito con pugno duro e represso le proteste in contrasto alla politica “morbida” dei Rettori, rimpiangendo un tempo antico in cui i Rettori erano controllati dal Ministero

La nuova riforma prevederà un CdA composto da:

  • Rettore;
  • sei docenti;
  • unə studentə;
  • unə rappresentante del governo;
  • due membri esterni.

L’unico membro designato tramite elezione sarebbe lə studentə. Non ci sarà più nessunə in rappresentanza del personale.

Attualmente il Rettore rimane in carica 6 anni, ma con la nuova riforma rimarrebbe ben 8 anni; a metà mandato, per confermare del ruolo ci sarà uno sterile processo di acclamazione. Tutte le altre principali cariche dell’Ateneo saranno nominate in sincronia con il Rettore, eliminando i contrappesi interni alla democrazia dell’Ateneo. Per rincarare la dose sul personale, viene anche limitato il peso del loro voto nell’elezione del Rettore.


Questo è un primo squarcio ai piani del Ministero.

Un’Università addomesticata, controllata e sottofinanziata.

Non staremo in silenzio a guardarvi mentre distruggete il sistema educativo.