Regolamento tasse 20/21

In questa pagina trovate alcuni video estratti dall’assemblea emergenza tasse del 15 gennaio e, scorrendo in basso, le risposte alle domande più frequenti sul regolamento tasse.

Come funziona il finanziamento alle università:

Perché Unipi ha alzato le tasse?

Le nostre proposte:

Video completo:


FAQ

Scarica il regolamento tasse 20/21

1. Quali sono le novità del regolamento tasse 20/21?

  • Aumento delle fasce di riduzione delle rate fino a 40K di ISEE
  • Nessun incremento di rata nella fascia 40K-72K ISEE
  • Importo massimo della rata costante da 72K-90K di ISEE
  • Mantenimento della riduzione per merito (267€)
  • Eliminazione del contributo minimo per studenti inattivi (70€)
  • Modifica nella rateizzazione del contributo annuale

Inoltre la maggiorazione per i fuoricorso, oltre il contributo minimo(200€), riguarda chi ha ISEE>40000€ con una maggiorazione del 15% se si è da 5 anni fuori regolarità, 20% se lo si è da 6 e del 25% se lo si è da più di 6.

2. Contributo minimo, cos’è?

Fu introdotto insieme ad altre modifiche sostanziali della contribuzione universitaria che risalgono alla legge di stabilità del 2016, varata dal governo Renzi, la quale ha posto dei vincoli sulla contribuzione studentesca, nello specifico:

• Per gli iscritti dal secondo anno in poi oltre la durata normale del corso di studi (fuori-corso) è previsto un aumento di contribuzione di 200 euro.

Tale aumento è una delle principali novità della legge citata, ed è esclusivamente volto a colpire i fuori-corso. La legge lascia inoltre la possibilità agli atenei di incrementare indiscriminatamente questa ulteriore contribuzione.

3. Contributo annuale e rate, come funzionano?

Riportiamo di seguito la tabella con la rateizzazione del contributo onnicomprensivo annuale ( l’ importo dovuto in base all’ISEE è calcolabile da questa tabella)

4a. Come si ottiene la riduzione?

La richiesta di riduzione della contribuzione per condizione economica può essere presentata, esclusivamente via web (www.studenti.unipi.it), a partire dal 31 agosto 2020 ed entro il 31 ottobre 2020 (ore 12,00). 
E’ consentito inviare la richiesta anche dal 1° novembre al 15 febbraio 2021 (ore 12,00) con l’addebito dell’indennità di mora di € 150,00.

4b. Come si ottiene la riduzione per merito?

La riduzione della contribuzione per merito, viene concessa d’ufficio a tutti gli studenti regolarmente iscritti all’anno accademico corrente, indipendentemente dalla condizione economica.
Pertanto, non deve essere presentata alcuna richiesta per ottenere la riduzione per merito.

5. Rate e appelli di laurea, come funziona?

Se intendi laurearti entro il 31 dicembre 2020 hai facoltà di non iscriverti per l’a.a. 2020/2021: se hai rinnovato l’iscrizione all’a.a. 2020/21 pagando la prima rata, e non hai dichiarato di volerti iscrivere a un corso di laurea magistrale, hai diritto al rimborso della rata stessa. 
In caso di iscrizione in ritardo, a causa del mancato conseguimento del titolo entro il 31 dicembre 2020, è comunque dovuto il pagamento dell’indennità di mora.

Dopo il 31 dicembre 2020, sei tenuto al pagamento della I rata e di tutte le rate scadute alla data di inizio del relativo appello di laurea e non hai diritto ad alcun rimborso.
Di seguito sono sintetizzate le tasse che occorre pagare in relazione alla data di inizio dell’appello di laurea:

6. Perché un’istruzione libera e gratuita?

L’Italia si trova al 36° posto tra i 37 paesi OCSE per percentuale di laureati tra i 25 e 34 anni, con un valore del 28% a fronte di una media del 44%, mentre dal lato della scuola la dispersione scolastica, ossia il numero di studenti che abbandona gli studi prima della conclusione del percorso scolastico, ad oggi è del 15% con dati inquietanti se si guardano le singole regioni, come la Sicilia dove si raggiunge il 24% . 

Una situazione nazionale così grave in merito ai livelli di istruzione del Paese vede tra le maggiori cause quella di ordine economico: molte famiglie e molti studenti e studentesse, semplicemente, non possono permetterselo. Il combinato dell’emergenza sanitaria e della crisi economica da essa scaturita rischia nel prossimo futuro di aggravare ulteriormente la situazione. 

Il fatto che l’istruzione tenda ad essere sempre più un privilegio per pochi si porta con sé una complessa serie di conseguenze sia dal punto di vista individuale, che collettivo.

Scuole, Università e filiera formativa in generale – dall’asilo nido ai percorsi post laurea – come istituzioni pubbliche devono perseguire una serie di obiettivi fondamentali per la società moderna. Il primo è certamente quello di permettere ad ogni individuo di decidere sul proprio presente e per il proprio futuro, per essere strumento per costruire una società consapevole. Il secondo obiettivo, di pari importanza, deve essere quello di riduzione delle disuguaglianze: eliminare le differenze socioeconomiche delle famiglie di provenienza. Il terzo deve essere quello di incarnare il ruolo di motore di innovazione e sviluppo, tecnologico, sociale e democratico, per costruire un modello di sviluppo ecologicamente e socialmente sostenibile. 

Mai come in questo periodo storico, caratterizzato da cambiamenti sempre più repentini, questo appare come un elemento necessario, utile a sottrarre scelte fondamentali per il nostro futuro da tutte quelle logiche in difesa degli interessi di pochi: ad esempio, serve cambiare radicalmente il nostro modello di sviluppo per mitigare gli effetti della crisi climatica e sociale che stiamo attraversando; serve guidare il progresso al fine di creare terreno fertile per tutte quelle tecnologie in grado di migliorare la qualità della vita e del lavoro; serve far sì che l’intera società sia in grado di stare al passo dell’innovazione tecnologica; serve fornire gli strumenti culturali per affrontare i cambiamenti del domani.

L’istruzione gratuita e l’innalzamento dei livelli di istruzione nel Paese sono necessari e legati rispetto a quelli che sono gli obiettivi rispetto all’occupazione, in particolar modo giovanile e femminile.  Di fronte a tutte queste necessità l’istruzione, la ricerca e i saperi devono assumere un ruolo centrale. 

Per l’abbattimento dei costi dell’istruzione, per rendere l’istruzione completamente gratuita e rilanciare l’intero sistema è necessario fare in modo che si porti la spesa in istruzione al 5% del PIL, per arrivare ai livelli degli altri Paesi europei.

All’interno di questo scenario occorre quindi cogliere l’opportunità di utilizzare le risorse europee che verranno sbloccate per rilanciare settori strategici per il Paese, anche tramite le risorse del programma Next Generation Europe. E’ possibile immaginare che, data la grande mole dei finanziamenti che rappresentano un’entrata per il bilancio dello stato e che complessivamente andranno a sostenere progetti e investimenti del Governo, e con l’effetto che tali investimenti avranno sulla crescita economica del Paese, si possano indirettamente liberare delle risorse di cui invece il governo può disporre in modo non vincolato, e che potranno essere quindi utilizzate per rendere l’istruzione gratuita.

È evidente poi che per sostenere un intervento strutturale come l’eliminazione delle tasse universitarie occorra ragionare sul lungo periodo di una modalità che consenta di garantire in modo permanente una copertura economica. In questo senso occorre pensare ad una decisa riforma fiscale del Paese, che recuperi la  progressività persa in questi anni a vantaggio dei redditi più alti, e che produca un aumento delle entrate sufficiente a rifinanziare l’istruzione. Oltre ad una riforma fiscale in senso maggiormente progressivo e all’utilizzo delle entrate da questa derivante è necessario che lo Stato aumenti l’investimento in istruzione in termini strutturali, in quanto la formazione risulta settore strategico per lo sviluppo del Paese. Per questo l’obiettivo dovrebbe essere quello di portare la percentuale del PIL spesa in istruzione al 5% almeno al pari degli altri paesi europei, da un lato tramite la lotta all’evasione fiscale, dall’altro attraverso la riduzione dell’incidenza delle spese di altre voci come quelle del comparto militare, che nel 2019 pesavano l’1,4% del PIL. 

L’istruzione gratuita è quindi un obiettivo concreto, raggiungibile con un diverso uso delle risorse pubbliche e con una riforma della tassazione in senso progressivo. Si tratta di un obiettivo urgente perché abbiamo già perso troppo terreno nel confronto di altri Paesi europei e non solo.

Riteniamo che in questo momento storico l’istruzione gratuita sia una necessità: non possiamo limitarci a tornare alla situazione che c’era prima della pandemia, ma occorre avere più strumenti per uscire prima e meglio dalla crisi in cui siamo.

Non rivendichiamo esclusivamente l’eliminazione dei costi legati all’istruzione, in particolar modo le tasse universitarie, ma anche un diritto allo studio che sia realmente garantito, in grado di abbattere le disuguaglianze presenti all’interno del Paese e di vedere una platea sempre più larga di aventi diritto ad un sostegno economico per poter portare avanti gli studi, ed il superamento dell’attuale sistema di accesso alle università, che ha visto in particolar modo nell’ultimo decennio il proliferare dei numeri programmati, e che deve essere un obbiettivo concreto per far sì che il nostro sistema universitario possa accogliere più studenti

Da: https://www.istruzionegratuita.com/manifesto