Durante le notte di venerdì 12 ottobre, abbiamo attraversato in migliaia le strade e le piazze di Pisa attraverso una street parade organizzata per manifestare contro le tre ordinanze volte all’eliminazione del “degrado” urbano, emanate dalla nuova amministrazione comunale della città di Pisa . Si tratta di un’amministrazione che non fa altro che attuare nella pratica, una politica in continuità con quella dell’amministrazione precedente, ma c’è davvero da esserne stupiti?
I provvedimenti attuati e l’idea di città vetrina che si portano dietro ci hanno fatto sentire l’esigenza di organizzare questa street parade assieme a tante altre realtà studentesche per riprenderci i nostri spazi con quelli che sono i nostri contenuti, rispondendo a una retorica ottusa, ormai troppo spesso utilizzata nell’affrontare il tema della movida e del decoro urbano nella nostra città.
Tutti insieme abbiamo voluto ribadire che non siamo invisibili in questa città e che non accettiamo soluzioni semplicistiche, che portano ad una città chiusa e costretta al silenzio.
Le studentesse e gli studenti rappresentano oltre ⅓ della “popolazione” che vive questa città: non possiamo tollerare ulteriormente la restrizione dei nostri diritti.
Ci viene negato di poterci sedere liberamente sui gradini di una piazza, quando neanche all’interno dell’Università esistono spazi sufficienti per tutti per poter bere, mangiare o ripassare una lezione; ci viene negato il diritto di poterci sedere in piazza, durante le ore notturne, per confrontarci, ridere e divertirci insieme, perché no anche in compagnia di una birra; e per ultimo ci viene negato addirittura di poter passeggiare in bicicletta poiché palesemente non esiste un numero sufficiente di rastrelliere da parcheggio per le bici.
Le misure risolutive adottate a sconfiggere quello che viene banalmente chiamato “degrado”, – ma che forse rappresenta una buona parte delle esigenze comuni degli studenti nonché dei cittadini -, sicuramente non mirano a risolvere le problematiche, bensì a marginalizzarle. Non tolleriamo più di essere colpiti da provvedimenti che ci riguardano in maniera diretta senza che ci sia proposto alcun tipo di dialogo in merito alle tematiche studentesche e alla vivibilità della città che si ripercuote su tutti coloro che la animano.
Rimarremo stretti contro ogni ordinanza di questo tipo e continueremo a far sentire la nostra voce dalle strade e dalle piazze.
Se non ci sediamo, siamo in movimento.