Dall’approvazione del bilancio previsione d’Ateneo alle sedute in tavolo tasse, ecco come l’università pensa di prendere questa somma dalla componente studentesca.

L’Università si prepara a colpirci mai come prima. 6 milioni di euro di contribuzione studentesca in più, che si aggiungeranno ai già deliberati 2.4 dell’anno scorso. 
Il loro obiettivo: fare cassa sulla componente studentesca con proposte equivalenti ad un mattatoio sociale, dopo aver bellamente ignorato le nostre proposte di riduzione della decontribuzione.
Il nostro obiettivo: Garantire una tassazione quantomeno progressiva, contrapposta al loro mare di nulla, mobilitarci collettivamente per non dover perennemente giocare al ribasso contrattando sui nostri diritti.

La tragedia era già annunciata. Al termine dello scorso anno, il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Pisa ha votato un aumento considerevole delle tasse: si parla di un incremento del gettito che nell’anno accademico 2025/26 corrisponderebbe a €6.000.000. 

Per formulare il prossimo regolamento tasse, sotto le linee dettate da Senato Accademico e CdA, è stato istituito un tavolo tra Ateneo e componente studentesca.

Al tavolo l’Ateneo ha portato due proposte vergognose e irricevibili. Oltre l’aumento violento che purtroppo già si prospettava, si propone con noncuranza di far ricadere il peso di questa manovra sulle categorie più fragili.

SEI POVERƏ? PAGA!

Le tasse che paga la comunità studentesca sono fasciate sulla base della capacità contributiva della sua famiglia, in particolare la cifra è definita sulla base dell’ISEE che ha presentato.
Nel rivedere i vari valori, gli aumenti che si immagina l’amministrazione colpiscono soprattutto le fasce più basse.
La tassa più bassa attualmente prevista dall’ateneo, immediatamente alla soglia della no-tax area, al momento è €220.
Nelle proposte dell’Ateneo per il nuovo regolamento tasse si parla di aumenti di almeno il 60% per la tassa minima, mentre si prevedono aumenti al più del 14% per la tassa massima.

NON SEI ITALIANƏ? PAGA!

Una persona straniera che decide di studiare a Pisa è soggetta ad una diversa forma di tassazione.
Infatti, l’ISEE non è uno strumento che si può sempre applicare a chi non ha la cittadinanza italiana.
Per questa ragione, esiste uno strumento alternativo chiamato “ISEE parificato” che permette un calcolo analogo e che, se presentato all’Ateneo, permette di ricevere una riduzione delle tasse.
L’Ateneo vuole rimuovere questa possibilità. Se non vieni dall’Italia, pagherai una flat tax in base al tuo Paese di provenienza, indipendentemente dalla tua condizione economica.

NON HAI DATO ABBASTANZA ESAMI? PAGA!

L’Ateneo vuole estendere l’applicazione di una maggiorazione delle tasse tristemente già in vigore: la maggiorazione per inattività. Attualmente, chi è fuoricorso da almeno 5 anni e non ha dato più di 25 CFU nei due anni precedenti deve pagare da €50 a €200 in più in base al proprio ISEE.
L’Ateneo, invece, propone di definire inattiva qualunque persona non abbia dato nell’ultimo anno almeno 25 CFU, con l’unica eccezione delle matricole per cui questo criterio si abbassa a 10 CFU.
Se incontri degli ostacoli nel tuo percorso di studi non riceverai il supporto dell’Università, soltanto più tasse.

In seguito ci sono i dettagli delle due proposte che l’Ateneo ci ha presentato:
Proposta 1

Tassazione: tassa minima €350 (ora €220), tassa massima €2850 (ora €2530).
Maggiorazione per inattività: Se sei in no-tax area, paghi €220. Altrimenti, paghi €50 in più.
Maggiorazione per chi è fuoricorso da 2 anni: Fino a 26.000 di ISEE è €220, oltre è il 15% della tassazione.

Proposta 2

Tassazione: tassa minima €380 (ora €220), tassa massima €2890 (ora €2530).
Maggiorazione per inattività: Si applica se sei fuoricorso da 2 anni. Fasciata in base al tuo ISEE, in una quota variabile tra €50 e €200.
Maggiorazione per chi è fuoricorso da 2 anni: Fino a 40.000 di ISEE è €200, oltre questa soglia corrisponde al 15% della tassazione.

Questi aumenti non avvengono nel vuoto.
Avvengono mentre l’Ateneo aumenta anche la tassazione dei corsi per l’accesso all’insegnamento (i cosiddetti PF60) fino al massimo previsto dal Ministero, ovvero €2500 indipendentemente dall’ISEE.
Avvengono mentre il governo continua a prevedere ulteriori e disastrosi tagli al finanziamento pubblico delle Università nei prossimi anni.
Avvengono mentre le proposte che avevamo portato nella discussione del bilancio previsionale per ridurre il gettito sono state completamente ignorate.

Noi non accetteremo in silenzio, continueremo ad opporci da dentro e sotto il Rettorato per difendere il nostro diritto allo studio.
La componente studentesca si farà sentire in ogni occasione e modo possibile.