avevamo ragione INGDal regolamento didattico d’ateneo i fuoricorso e le altre categorie sono equiparati ai lavoratori nella possibilità di accedere ad un appello straordinario.

 

 

Era il 10 Febbraio 2015 quando il Consiglio di Scuola, nonostante i nostri avvertimenti, votò a maggioranza la discriminazione tra lavoratori e fuoricorso (e le altre categorie) nell’accesso agli esami straordinari, deliberando quanto segue:

 

Viene garantito agli studenti lavoratori un ulteriore appello nel mese di Aprile (completo di prova scritta o pratica se l’insegnamento lo prevede), per raggiungere un totale di 8.

Tale appello verrà fissato a seguito di richiesta dello studente lavoratore interessato, da rivolgersi al titolare dell’insegnamento e da presentare entro il mese di marzo.

 

Agli appelli riservati agli studenti lavoratori di cui al precedente punto sono ammessi anche studenti:

  • iscritti da un numero di anni superiore alla durata normale del corso di studio (“fuori corso”);
  • genitori con figli di età inferiore agli otto anni;
  • in maternità;
  • iscritti ai corsi singoli di transizione;
  • iscritti in qualità di ripetente

 

Una decisione contro il Regolamento Didattico d’Ateneo, che segnava un’ingiustizia fra gli stessi appartenenti alla categoria dei fuoricorso, i quali si sarebbero ritrovati a poter sostenere un esame nell’appello straordinario solo se avessero avuto la fortuna di avere un collega lavoratore.
In sostanza si puntava all’eliminazione degli appelli straordinari da Ingegneria (visto il ridottissimo numero di studenti registrati come lavoratori), logica alla quale abbiamo risposto con forza iniziando una battaglia, che coinvolge anche gli organi centrali dell’Ateneo, e che ha portato, in prima istanza, al temporaneo mantenimento degli appelli straordinari solo orali (quelli che abbiamo sempre avuto) in vista di un parere del Senato Accademico su questa iniquità.
La battaglia ha visto qualche giorno fa una svolta significativa in nostro favore. La commissione didattica d’Ateneo (organo preliminare al Senato Accademico) svoltasi il 1° Aprile, ha infatti confermato l’interpretazione che sostenevamo in consiglio di Scuola, secondo la quale gli appelli straordinari devono essere aperti indiscriminatamente a studenti: fuoricorso, lavoratori, genitori con figli di età inferiore agli otto anni, in maternità, iscritti ai corsi singoli di transizione, iscritti in qualità di ripetente.

In pratica, l’interpretazione secondo la quale gli appelli straordinari esistono solo se richiesti da studenti lavoratori viene oggi totalmente delegittimata da un organo superiore competente.
I docenti che hanno proposto e hanno votato a favore di quell’assurda interpretazione, che favorisce solo ed esclusivamente la componente docente contro quella studentesca, dovranno assumersi la responsabilità di aver negato a centinaia di studenti un appello completo, qualora poi il Senato Accademico dovesse confermare il parere della commissione didattica d’ateneo.

Il Senato accademico dovrà esprimersi definitivamente il 15 aprile su quanto deliberato dalla commissione didattica d’ateneo.

A seguito di tutto questo si chiuderà la battaglia sull’accesso agli appelli straordinari. Il dibattito sugli appelli a ingegneria però rischia seriamente di non concludersi qui, spostando l’attenzione anche sugli appelli ordinari, come già qualche docente aveva annunciato.  

Non permetteremo che tali posizioni si possano concretizzare in una riduzione del numero di appelli, sia attraverso il lavoro all’interno del consiglio sia anche attraverso una nuova mobilitazione di tutti gli studenti qualora fosse necessario.

 

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