Il 17 dicembre 2014 è stato approvato il bilancio previsionale dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Toscana: ciò che si riscontra in maniera preponderante è l’assenza di un piano di progettualità e di investimenti a lungo e medio termine che riescano a coprire effettivamente le esigenze che si hanno in questa fase, a fronte di un aumento di vincitori del beneficio del 16% in più rispetto allo scorso anno. Poco soddisfacenti, per non dire preoccupanti, sono state le risposte dell’assessore Bobbio in sede di Conferenza Regionale: a fronte della nostra richiesta su un elemento di garanzie e sicurezza sul versante dei finanziamenti, è stata esplicitata un’incertezza nei confronti del futuro, arrivando addirittura a porre la scelta del taglio dei servizi essenziali al posto della mancanza di investimenti sul personale, e viceversa. In tutto questo, la politica sembra non tener presente il futuro del Diritto alo Studio della Toscana, che viene continuamente sbandierato come “il modello virtuoso per eccellenza”, e che invece diviene ogni giorno di più depotenziato e indebolito sul versante dei servizi: non crediamo sia possibile ne’ auspicabile immaginarsi una separazione netta e sbagliata tra borsisti e non borsisti in termini di erogazione di servizi, specialmente nel campo della ristorazione e dei trasporti pubblici, a fronte di una crisi economica e sociale sempre più marcata; la concezione di un Diritto allo Studio in tutte le sue forme, fatto di investimenti continui, di risorse che non devono essere elemosinate ma chieste in maniera politica e ferma da parte dell’ARDSU agli enti regionali, è quello che noi crediamo debba essere assunto come dato e reale tendenza in ogni discussione che viene affrontata.