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In questi giorni si stanno tenendo in tutta Italia i test per l’accesso ad una parte dei corsi con numero chiuso stabilito a livello nazionale (Medicina e Chirurgia, Architettura e Odontoiatria)

Il numero chiuso rappresenta un gravissimo attacco al diritto allo studio e una soluzione assolutamente dannosa. In particolare, come soggetti studenteschi universitari e delle scuole superiori segnaliamo la contraddizione sempre più evidente del numero chiuso a Medicina in un paese come l’Italia dove si stima nei prossimi quattro anni una diminuzione di ben 22.000 medici rispetto all’organico attuale. Questo calo è dovuto al fatto che nel nostro paese si continua a concepire la sanità come una voce di spesa da tagliare nelle variespending review e a formare un numero insufficiente di medici ed operatori sanitari, a danno del diritto alla salute di ogni cittadino.

Il numero chiuso è un provvedimento anticostituzionale, e non può essere la soluzione al sovraffollamento degli atenei e dei corsi di specializzazione. Sosteniamo che per aggirare il problema garantendo comunque il diritto allo studio sia necessaria una politica completamente diversa da quella portata avanti dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Crediamo che serva una politica basata su investimenti concreti nell’istruzione e nell’università, che possa dare a tutti la possibilità di intraprendere un corso di studi che valorizzi al massimo le qualità di ogni studente.
Gli handicap del sistema d’istruzione non possono ripercuotersi sugli studenti, per questo martedì 8 aprile 2014, in occasione dello svolgimento dei test di ingresso alla facoltà di medicina, un gruppo di studenti medi e universitari si sono riuniti sotto il palazzo del Consiglio regionale per il presidio lanciato da varie associazioni studentesche: Sinistra per…, Officina – Unione degli Studenti Pisa, Studenti in Movimento Firenze, Unione degli Studenti Siena, Link Siena, Studenti Pistoiesi in Movimento, con l’obiettivo di manifestare il proprio dissenso verso questo provvedimento e per mandare un chiaro messaggio al ministro dell’istruzione: studiare non è un merito, ma un diritto. Anche nei prossimi giorni continuerà la mobilitazione nelle scuole e università di tutta la Toscana, con iniziative di dibattito e di sensibilizzazione per riaprire una partita politica e culturale per una formazione universitaria realmente inclusiva.