Martedì, 3 ottobre 2017, a meno di ventiquattr’ore dalla chiusura delle immatricolazioni senza mora per quest’anno accademico, il corso di Ingegneria Meccanica si è premurato di votare, con solo il voto contrario dei rappresentanti degli studenti, l’introduzione del numero chiuso per il prossimo anno accademico.

Esplosione di immatricolati? Obblighi di legge? Nulla di tutto ciò.

Ad oggi, quest’anno (dai dati non ancora uffiImmagine6ciali e non definitivi, ma comunque indicativi), la Scuola di Ingegneria ha perso complessivamente circa 300 nuove matricole rispetto ai valori medi degli ultimi anni, con un numero di immatricolati pari a circa 1400, minimo storico degli ultimi dieci anni.

I dati, immediatamente utilizzati per gridare all’emergenza quando richiedevano una più complessa organizzazione di gestione da parte del corpo docente, sono stati subito messi da parte e ignorati in nome di una corsa al numero chiuso prettamente ideologica.

Non è possibile considerarla altrimenti, dal momento che non si sono trovate motivazioni più stringenti per supportarla se non la sufficiente capienza di aule da disegno ed informatiche, ed una imprecisata qualità della didattica, che forse volevasi velatamente intendere come “qualità degli studenti”.
La qualità della didattica è invece il nostro obiettivo in anni di lotte per risolvere gli innumerevoli problemi evidenziati ogni giorno dagli studenti nei corsi (mal organizzazione, non rispetto dei regolamenti, indisponibilità dei docenti ecc…) e con i svariati blocchi (propedeuticità, impossibilità di dare esami per gli studenti gravati da OFA, ecc.), lotte che hanno fin troppo spesso ricevuto la medesima risposta da parte del corpo docente: il silenzio.

La soglia del numero chiuso inserito è di 150 studenti, molto più bassa di quella inserita, con sistema di travaso (comunque da noi non accettato), nell’altro dipartimento dell’area di ingegneria. Un numero che non ha alcuna attinenza con la realtà (basti pensare che ad oggi gli immatricolati a meccanica sono appena 173) e che ben rappresenta quell’idea di università di pochi e privilegiati che come Ingegneria in Movimento – Sinistra Per… osteggiamo e condanniamo ogni singolo giorno.

In un quadro nazionale dove è stato finalmente sbloccato il numero di assunzioni dei docenti ed in un quadro locale dove l’amministrazione dell’università ha prodotto un imponente piano di investimento edilizio per nuove aule e laboratori, non possiamo che schierarci completamente e apertamente in conflitto con questa decisione.

Ci chiediamo, quindi, come vorranno prossimamente impegnarsi gli altri corsi, Aerospaziale in primis, in cui l’ipotesi del numero chiuso era stata legata, nella discussione, al numero ingente di studenti; discussione che, su nostra richiesta, era stata rinviata nell’attesa di analizzare il numero di immatricolati di quest’anno, numero tornato nella media e dunque non più motivo valido a supporto del numero programmato.

E, da ultimo, è dubbia la posizione che assumerà la Scuola di Ingegneria, che pur dandosi come obiettivo l’uniformità organizzativa, si ritrova nuovamente a doversi districare fra le irragionevolezze dei singoli corsi, questa volta con il pericolo che il numero chiuso si diffonda e causi da una parte un travaso su alcuni corsi e dall’altra la riduzione degli immatricolati, con effetti devastanti sul finanziamento dei servizi e del corpo docente stesso.