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La notizia arriva direttamente dalla seduta del consiglio comunale di Pisa svoltosi giovedì scorso. L’antefatto riguarda una lotta, una vertenza affrontata da Sinistra per… nell’arco dello scorso anno. Durante il febbraio del 2014 in prefettura le istituzioni cittadine (Università, Comune, Prefettura, Sovrintendenza, Scuola Normale) hanno come è noto stretto un accordo per la tutela valorizzazione e interventi di minuta manutenzione sui beni culturali pisani. Studenti, docenti e professionisti fin da subito hanno affrontato la delicata questione, battendosi affinché questo pericoloso accordo fosse a tutti gli effetti attuativo. Il percorso ha portato ad avere incontri con l’amministrazione comunale (assessore Danti e Serfogli) nei quali si sono evidenziate le fortissime criticità dell’intesa prefettizia, la riunione poi dello scorso 30 Giugno in Gipsoteca è servita per ribadire il concetto essenziale della vertenza.

Veniamo  quindi,  come già detto, a conoscenza della notizia dall’ultimo consiglio comunale nel quale era stata presentata una mozione da UCIC sul tema  e sul volontariato come sostitutivo delle professioni reali.

L’esito della mozione portata ai voti non è stato per nulla positivo poiché la maggioranza ha votato contrario alla mozione stessa, elaborata allo scopo di chiedere la sospensione totale dell’accordo del 3 febbraio scorso, chiesto a gran voce dal costituito “Coordinamento di cittadini attivi e professionisti per i Beni culturali”, percorso seguito fin dalla sua nascita da Sinistra per…. La scelta di votare contrari alla mozione risulta aggravata dal fatto che la via perseguita a livello nazionale ormai va verso uno sovrasfruttamento del volontariato come vera alternativa all’assunzione di professionisti del campo.  Come sindacato studentesco di movimento rivendichiamo la mancanza di coerenza dell’amministrazione stessa.

Sbandierare la volontà o paventare la possibilità di cancellare l’accordo non può essere giustificata con questa scelta politica. L’Università di Pisa produce ogni anno moltissimi studiosi e professionisti del settore: archeologi, storici dell’arte, restauratori ecc. Il caso pisano, pendente sul patrimonio della città dalla torre pendente non solo rappresenta un pericoloso precedente nazionale attuabile in altre realtà più o meno importanti, ma esso ad oggi risulta essere una mannaia sulle speranze future e futuribili di centinaia di studenti che vedono letteralmente il loro futuro “scavalcato” dal “welfare” governativo del volontariato e delle non assunzioni in favore di strategie alternative poco chiare e assolutamente non sostenibili, per il patrimonio stesso e per chi in futuro avrà il compito di difenderlo.