LA PANDEMIA NON LA PAGHIAMO: QUESTO NON E’ DIRITTO ALLO STUDIO

📍 Fin dalla chiusura delle università a causa del Covid-19 ci siamo attivati per trovare una soluzione ai forti disagi che hanno colpito la componente studentesca, chiedendo delle risposte concrete all’amministrazione della nostra Regione. Per questo motivo assieme a studenti e studentesse abbiamo presentato una proposta di riduzione dei criteri di merito per il rinnovo della borsa di studio che garantisse delle tutele reali alla fase emergenziale dovuta al Covid-19.

➡️‼️ La nostra proposta, che consiste in una riduzione di 12 CFU per il primo anno di studi e 18 CFU dal secondo anno di studi in poi, darebbe queste tutele.

L’amministrazione regionale rispetto alla nostra proposta ci aveva risposto che ne avrebbero parlato a livello nazionale e poi si sarebbe capito come procedere. Ormai sono passati tre mesi dal blocco totale delle università senza una risposta ma apprendiamo che, come sta accadendo in altre regioni, ⭕️ la volontà della Regione Toscana è quella di una riduzione di soltanto 5 CFU per il prossimo anno ⭕️

📍 Tale possibilità non darebbe nessuna risposta concreta e penalizzerebbe tutta la componente studentesca che ha subito la pandemia del Covid-19. Inoltre tale proposta non tiene minimamente in considerazione cosa ha voluto dire la chiusura delle università, la sospensione dei tirocini, il blocco delle prove scritte e la mancanza di materiale didattico dovuto alla chiusura delle biblioteche universitarie. Basti pensare soltanto che in molti corsi di studio per i crediti minimi di un esame si passa da 6 cfu a 9 cfu, numeri che da soli danno una risposta a tale proposta.

📍 Come studentesse e studenti e come rappresentanti crediamo che tale proposta sancirà la fine del diritto allo studio di tantissimi studenti che pagheranno la crisi. La situazione emergenziale richiede interventi forti e straordinari e un reale coinvolgimento delle componenti che stanno pagando la crisi per trovare delle soluzioni vere al problema.

📍 Se tutto ciò accadrà la Regione Toscana si dovrà assumere le colpe di tale decisione e inoltre come rappresentanti non possiamo chiederci cosa ne pensano i rettori delle università e delle accademie di tale proposta?

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