Oggi si è tenuta la conferenza stampa di presentazione ufficiale della Convenzione tra Azienda USL Toscana Nord Ovest e Università di Pisa per l’assistenza sanitaria primaria per la componente studentesca residente fuori regione.

Il servizio verrà attivato a partire dall’avvio delle immatricolazioni per l’anno accademico 2022/23.

Almeno 15 mila delle persone iscritte all’Ateneo pisano non provengono dalla regione Toscana e ad oggi possono accedere all’assistenza sanitaria di base attraverso: visite occasionali a pagamento, rivolgendosi al servizio di guardia medica o assumendo a Pisa il “domicilio sanitario”, che consente di avere un medico di base sul territorio, ma presenta varie criticità, in particolare deve essere rinnovato di anno in anno e per ottenerlo occorre cancellarsi dall’anagrafe della USL di residenza, dovendo rinunciare al medico di base nella regione di provenienza.

Ormai da tempo come Sinistra per… premiamo negli organi in cui siamo presenti affinché la questione dell’assistenza sanitaria rivolta a studentз fuori sede sia presa in considerazione dall’ Ateneo, un esempio è la mozione presentata all’interno del Consiglio degli Studenti (CdS). 

Non possiamo quindi che essere soddisfattз del progetto di assistenza sanitaria avviato dalla nostra università, che ci permetterà di ricevere l’assistenza di cui abbiamo bisogno senza dover rinunciare al medico di base della Regione di residenza e senza sostenere spese ingenti, con il forte auspicio che questa possa diventare gratuita a tutti gli effetti nel corso del tempo. In particolare ringraziamo la figura di Rossano Massai, Prorettore per gli studenti e il diritto allo studio, che si è interessato attivamente alla questione.

L’attivazione di questo nuovo servizio è un passo avanti nella direzione giusta, però è importante che il nostro ateneo contemporaneamente si impegni ad adottare strumenti che permettano alla componente studentesca di vedere garantito il proprio diritto non solo alla salute fisica ma anche a quella mentale, di cui è necessario che l’Ateneo si faccia portatore, incrementando ad esempio lo strumento dello sportello psicologico, ad oggi poco conosciuto e insufficiente come dimostrano i piccoli numeri di accesso. Riteniamo inoltre fondamentale migliorare la collaborazione e convenzione con centri già presenti sul territorio, tra cui il consultorio.