Lunedì, durante l’inaugurazione dell’anno accademico e alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della Ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa a Pisa, siamo scesз in piazza con il presidio #fatecispazio 

Fateci spazio perché vogliamo un’università realmente accessibile e aperta. Perché nell’ultimo periodo, a livello nazionale, non si è mai parlato dei problemi del sistema universitario italiano.

Fateci spazio perché vogliamo un ruolo attivo nelle decisioni che prendete sul nostro futuro. In due anni di crisi pandemica in cui l’università e tutti i luoghi di formazione sono stati per molto tempo chiusi, non c’è stato un piano straordinario di intervento sulle strutture dedicate alla formazione, né un piano per cercarne di nuove.

Fateci spazio perché abbiamo bisogno della dimensione essenziale del coinvolgimento, del confronto, dell’incontro, dell’aggregazione. Questo è il valore aggiunto della vita universitaria, che oggi ci è negato, riducendo l’Università a delle lezioni sterili, nel modello di esamificio al quale ci opponiamo da sempre.

Fateci spazio perché l’inverno sta arrivando e i gazebi all’aperto non basteranno più.

Fateci spazio perché lo spazio c’è; solo a Pisa sono numerosi gli immobili tenuti chiusi da Provincia e Comune da decenni, in attesa di essere venduti ai privati o di essere ristrutturati. Alcuni di questi spazi erano attraversati da progetti autogestiti che li rendevano vivi e ricchi di socialità e integrazione, ma nell’ultimo periodo, approfittando della pandemia, sono stati sgomberati e chiusi, come la Limonaia – Zona Rossa o il Teatro Rossi Aperto.

Fateci spazio perché gli spazi sono un investimento non un costo, un investimento su noi tuttз. Perché è da 10 anni, dalla riforma Gelmini, che si parla sempre più di performatività e competizione tra Università per gareggiare ad accaparrarsi più soldi possibile alla faccia degli atenei più piccoli.

Un clima competitivo che ricade anche sulla nostra salute mentale, della componente studentesca, ma anche della componente docente e della cittadinanza.

Vogliamo che vengano destinati maggiori finanziamenti a noi, soggetti in formazione. Garantire un accesso agli studi a tuttз, per una gratuità completa e totale dell’università, è l’unico modo per cambiare rotta e ripartire a 360 gradi!