Studenti-alla-prese-con-la-seconda-prova-scritta-agli-esami-di-maturità
Siamo ormai alle soglie della sessione d’esami invernali, per la prima volta senza l’appello di dicembre aperto a tutti nell’area umanistica. La decisione di cancellare questo appello è stata largamente contestata dagli studenti e riteniamo che non tarderà a manifestare le conseguenze negative annunciate con largo anticipo nelle assemblee, nei presidi e nei consigli di dipartimento.
Dal mese di luglio ad oggi, tuttavia, sono emerse ulteriori contraddizioni che confermano l’insensatezza del provvedimento adottato nell’area umanistica. Il regolamento didattico d’ateneo prevede almeno 6 appelli d’esame per tutti gli studenti e almeno 8 appelli per studenti lavoratori, fuori corso e iscritti a corsi singoli di transizione. Quest’ultima categoria contiene coloro che sono laureati a una triennale che non consente loro di iscriversi senza debiti alla laurea magistrale prescelta: sotto questa formula risultano iscritti all’università di Pisa, ma devono recuperare gli esami in difetto prima del 31 dicembre per potersi iscrivere alla magistrale (e per accedere alla borsa di studio).
Abbiamo fatto notare come gli studenti iscritti a corsi singoli di transizione siano doppiamente penalizzati senza appello di dicembre e come nello specifico il dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica preveda addirittura un numero di appelli minore da quanto prescritto dal regolamento didattico di ateneo. Come risultato, i dipartimenti di area umanistica sono stati costretti a introdurre in tutta fretta nella settimana del 16-20 dicembre un appello specifico per i soli studenti iscritti ai corsi singoli di transizione. Sicuramente abbiamo evitato che una parte di questi studenti fosse costretta a rinunciare a priori alla borsa di studio per mancanza di appelli d’esame e non possiamo che essere soddisfatti di questo. Ma in generale questa vicenda cosa ci fa capire?
Ci fa capire che la decisione presa dai direttori di dipartimento di Civiltà e Filologia di cancellare l’appello di dicembre non sta in piedi, sia perché in contraddizione con i regolamenti d’ateneo sia soprattutto perché comporta solamente disagi ulteriori agli studenti. E il peggio deve ancora venire, quando nei prossimi due mesi gli studenti del dipartimento di Civiltà si troveranno alle prese con 3 appelli d’esame in 45 giorni e proveranno a recuperare l’esame perso a dicembre, mentre gli studenti di Filologia chiuderanno il primo semestre con un appello d’esame in meno. 
Tutto ciò ci sembra paradossale, in particolare negli esiti che la vicenda ha avuto nel dipartimento di Civiltà, degenerando nella farsa: prima è stato cancellato un appello d’esame a dicembre per motivazioni discutibili; poi si è cercato di riacquistare il consenso degli studenti con un mossa maldestra e forzando le leggi del tempo, inserendo un terzo appello d’esame fra gennaio e febbraio senza aumentare i giorni a disposizione della sessione; infine, è stato reintrodotto un appello a dicembre per una determinata categoria di studenti, con il risultato carnevalesco che i docenti che inizialmente si lamentavano dei troppi appelli d’esame per i “privilegiati studenti di lettere” adesso ne dovranno garantire uno in più rispetto all’anno scorso, per quanto riservato a pochi studenti.
La soluzione più di buon senso e che tutela al meglio i diritti degli studenti è il ripristino dell’appello di dicembre aperto a tutti gli studenti nei dipartimenti di area umanistica. Iniziamo a fare pressione da adesso affinché ci sia una discussione ampia ed aperta sul calendario didattico del prossimo anno accademico, con un obiettivo prioritario: riprenderci l’appello attraverso la partecipazione, la chiarezza delle nostre ragioni e la giusta determinazione nel difendere i propri diritti.