Il 28 aprile l’Università di Pisa ha firmato due convenzioni per offrire alla componente studentesca tariffe agevolate per l’utilizzo dei monopattini elettrici in città. Questi mezzi sono stati accolti nella nostra città, così come in molte altre d’Italia, come una rivoluzione nel campo della mobilità sostenibile. Bisogna però ricordarci come la sostenibilità non sia esclusivamente legata alla tutela dell’ambiente e degli ecosistemi ed è un concetto che necessita di un’analisi approfondita e multicriteriale. 

Per quanto riguarda i monopattini bisogna tenere in considerazione tre aspetti: i materiali con cui i monopattini vengono prodotti, quali mezzi vanno effettivamente a sostituire e infine la durata del loro ciclo di vita. 

Secondo diversi studi, la filiera di produzione ed utilizzo dei monopattini elettrici non è affatto sostenibile in termini di emissioni di CO2. Non solo, i servizi di sharing aggiungono ulteriori criticità ad esempio consentono ai fruitori del servizio di abbandonare i monopattini nei posti più disparati e sono poi degli operatori mobili a dover recuperare e riposizionare i monopattini attraverso l’utilizzo di mezzi inquinanti e alimentati da combustibili fossili.

Si tratta dell’ennesima opera di “green-washing” e di una complessa operazione economica perpetrata ai danni della comunità.

L’unico vero mezzo di trasporto sostenibile rimane la bicicletta.

Come se ciò non bastasse, grazie anche ad un’inchiesta di Report, sono state scoperte molte ombre sui bilanci della società Helbiz e sul suo fondatore. Il sospetto che possa trattarsi di un’attività di riciclaggio di capitali di provenienza illecita è molto forte, così come quello che si possa, alla fine, rivelare una enorme truffa.

Le amministrazioni pubbliche, oltre ad assicurarsi che le società con le quali instaurano rapporti e convenzioni siano trasparenti ed affidabili, dovrebbero adottare politiche di sostenibilità concrete e reali. 

Per la città di Pisa, basterebbe potenziare la superficie di piste ciclabili e il numero di postazioni del servizio CicloPi. Ricordiamo anche che manca ancora una convenzione trasporti con Autolinee Toscane, il nuovo operatore del trasporto pubblico locale. 

Noi non vogliamo una “sostenibilità ambientale”, ma una sostenibilità a 360 gradi che tenga conto di come gli ambiti economici sociali e ambientali siano interconnessi tra loro.