Raduno studenti Piazza dei Cavalieri 2 marzo 2013-3

Da sempre Pisa è considerata “un campus grande quanto una città”. Tra le mura medievali, infatti, non solo vi è uno degli atenei più antichi del nostro paese, ma convivono anche ben due scuole di eccellenza (Sant’Anna e la Scuola Superiore Normale) e tanti centri di ricerca di altissimo livello, primo tra i quali il CNR. Tra i suoi viottoli riecheggiano i versi di Dante che la descrivono bella e dannata, si intravedono palazzi storici pluricentenari, vecchie residenze di antichi scrittori e facciate di architetti che hanno lavorato in tutta Europa.

Una città che con la sua rilevanza culturale, sia in ambito formativo che di ricerca, richiama da secoli studenti da tutta Italia e non solo: Pisa è una delle più grandi città universitarie e una delle più grandi città “giovani”. Tutto ciò spesso è stato visto come un male: la così corposa componente studentesca rappresenta la controparte dei residenti e viene accusata di destabilizzare l’armonia esistita fino ad adesso e di togliere decoro alla città.

Gli studenti “fuori sede” (quelli che hanno la residenza a più di 70km di distanza) sono più di 20mila in una città che conta all’incirca 50mila residenti. Da questi dati si capisce quanto sia cospicuo l’apporto non solo culturale, ma anche sociale ed economico di questa componente, che non è però adeguatamente integrata con la cittadinanza autoctona e non gode degli stessi diritti. Troppo spesso l’amministrazione comunale si è mostrata interessata soltanto al sostentamento economico che gli studenti danno alle attività commerciali, soprattutto del centro storico, lasciando completamente in disparte le esigenze culturali, di socialità e di accesso ai servizi e a molti luoghi cittadini.

Molte volte è stato commesso l’errore di contrapporre tali esigenze a quelle dei residenti, rispondendo ogni volta con misure repressive e con un totale silenzio politico.

Come Sinistra per… abbiamo sempre ritenuto che l’amministrazione comunale debba non solo rispondere ai bisogni degli studenti, ma anche sostenerli il più possibile, valorizzando il confronto con tutti i soggetti e gli enti e facendosi portavoce di una reale convivenza in una città come la nostra: Pisa città di cultura, Pisa città di studenti, Pisa città d’arte, Pisa città che conta tantissime realtà associazionistiche di diversa natura, che troppo spesso per motivi puramente politici non riescono a trovare luoghi dove poter svolgere le proprie attività.

Da tempo ci siamo impegnati tramite il percorso del Municipio dei Beni Comuni ad andare oltre l’aspetto della “città vetrina”, convinti che il congestionamento delle piazze del centro storico e il cosiddetto problema della “movida” non siano mere questioni di ordine pubblico, ma che possano essere superati tramite una maggiore attenzione alle vertenze politiche e sociali portate avanti dalle molteplici associazioni e con l’apertura di nuovi spazi. Il tessuto sociale pisano attraverso le sue specificità, attraverso le sue differenze, attraverso le sue ricchezze non può   che aumentare in maniera considerevole l’offerta culturale della città e quindi contribuire ad un maggior coinvolgimento di tutti i cittadini residenti, degli studenti e di tutti coloro che vivono la città.

Da anni come associazione studentesca chiediamo che l’amministrazione provveda ad un censimento dei propri spazi, per individuarne alcuni da poter aprire alla cittadinanza ed essere utilizzati dalle associazioni per svolgere attività a prezzi accessibili, o meglio ancora gratuitamente.

Accogliamo quindi di buon grado il dialogo attraverso tavoli di discussione e confronto fra tutte le parti sociali proposto dal nuovo prefetto della città Attilio Visconti. Auspichiamo ancor di più al maggior coinvolgimento nelle politiche cittadine della Conferenza Università e Territorio, e all’ascolto continuativo del Consiglio degli Studenti affinché il dibattito porti all’applicazione di pratiche concrete che integrino ogni aspetto della vita studentesca con la quotidianità cittadina.

Pisa, se si escludono gli spazi messi a disposizione e gli eventi organizzati da alcune associazioni in totale autonomia, è infatti carente di aree per la socialità: ciò da atto alla congestione delle piazze principali (Vettovaglie e Cavalieri) ed agli attriti che molte volte si sono manifestati tra i residenti e la componente studentesca.

Tutte le misure fino ad ora prese da parte dell’amministrazione e della prefettura sono state volte alla repressione e alla chiusura totale di qualsiasi piano di confronto, in nome di una tanto acclamata “sicurezza cittadina”. Non si pone più l’accento sulle questioni politiche di welfare e cittadinanza, facendo scomparire il tutto in facili populismi e in ancor più facili “guerre tra poveri”.

Siamo convinti che il diritto alla socialità degli studenti, a tutti gli effetti abitanti di Pisa anche se non residenti, e il diritto al riposo dei residenti non siano in conflitto, ma che sia interesse collettivo costruire una convivenza produttiva. Il Comune, se ci fosse la volontà politica, potrebbe mettere a disposizione della popolazione studentesca opportune aree di aggregazione, anche decentrate, recuperando e valorizzando immobili e spazi dismessi o in dismissione. Le zone più frequentate di notte e di giorno dovrebbero essere meglio attrezzate con contenitori per l’immondizia e WC chimici, alla retorica che colpevolizza chi consuma alcolici e porta a blocchi delle vendite e blitz contro gli ambulanti dovrebbero essere preferite campagne di sensibilizzazione per un consumo più consapevole.

Riconosciamo che qualcosa è stato fatto, ma al solito non basta far emergere eventi di brevissima durata: ci vuole un impegno continuativo, le campagne devono poter essere presenti tra la popolazione ogni giorno, le misure per il miglioramento della socialità e della vita in generale devono essere una priorità e non un banale slogan.

Sono anni che Sinistra per… si fa portavoce dei diritti non solo all’interno dell’Università, ma anche al di fuori di questa: le esigenze della cittadinanza studentesca e l’erogazione di welfare non devono essere un problema solo per una parte politica, ma vanno trattate al centro di un dibattito e di un confronto quotidiano fra tutti gli enti ed i soggetti, affinché si comincino ad apprezzare le sfumature che le varie componenti possono dare alla nostra città.