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L’Università di Pisa, come emerso al momento dell’assegnazione del Fondo di Finanziamento Ordinario per il 2013 da parte del Ministero, è decisamente al di sopra della media nazionale per numero di fuoricorso e di studenti inattivi (ovvero, che conseguono meno di 12 crediti in un anno accademico). Sappiamo come questi elementi siano valutati dal Ministero in maniera negativa, secondo criteri ideologici e che contestiamo da anni per la ripartizione della quota premiale del FFO, anche se, lo ribadiamo, per questo anno accademico un numero minore di fuoricorso non avrebbe portato un euro in più a Palazzo alla Giornata.
Ci stiamo battendo affinché sia adottato il regolamento più favorevole per gli studenti, scongiurando elementi negativi presenti in molti atenei dove è già possibile iscriversi come studente parti-time. In primo luogo, l‘istituto deve essere accessibile a tutti, senza vincolarlo alla presentazione di un regolare contratto di lavoro: la piaga del lavoro nero colpisce in maniera consistente chi ha bisogno di un lavoro per sostenere il costo degli studi. Inoltre, lo sconto sulla contribuzione studentesca deve essere significativo, al fine di rappresentare un strumento realmente efficace ed appetibile per gli studenti. Infine, abbiamo bisogno di un sistema flessibile in entrata e in uscita per non condannare uno studente a bloccare la propria carriera accademica per un numero di anni superiore alle sue reali esigenze.
Solo sulla base di questi criteri questa nuova figura potrà essere realmente d’aiuto agli studenti, alle loro famiglie e all’Ateneo.
