Con l’imminente apertura dei seggi per l’elezione del prossimo Rettore per il sessennio 2022-2028 è arrivato il momento, come rappresentanti della comunità studentesca, di esprimere pubblicamente la nostra posizione.Negli ultimi mesi abbiamo assistito e partecipato a innumerevoli incontri, singolarmente e tra candidati, con lo scopo di comprendere a fondo le idee di Università che ci venivano proposte. Questo ci ha portato, a seguito di un’attenta analisi, a rendere pubblico un nostro documento programmatico, in cui, in modo strutturato e complessivo, illustriamo la nostra visione dell’Università, del suo futuro e di cosa un’Amministrazione adeguata dovrebbe fare.Il nostro percorso è poi culminato con un’assemblea pubblica alla quale sono stati invitati i tre candidati, convocata unitamente a dottorandi e tecnici amministrativi.
Durante questo percorso, che ci ha portato a maturare la nostra decisione, abbiamo assistito a una campagna elettorale svolta all’insegna della pacatezza e del confronto continuo senza particolari eccessi, talmente tanto da apparire talvolta fin troppo di basso profilo. In un dibattito incentrato su discontinuità, nuova trasparenza e rinnovata democraticità, i tre programmi si sviluppano su due filoni principali. Uno di questi filoni, nel quale rientrano due dei tre programmi, offre una visione di Università omnicomprensiva, che cerca il dialogo tra le varie componenti e l’equilibrio tra le tre missioni. Il secondo filone, invece, pare talvolta narrare la didattica come uno strumento accessorio di altri obiettivi programmatici, compromettendo il mantenimento del necessario equilibrio tra le esigenze della componente studentesca, da un lato, e di ricerca e terza missione dall’altro.
In questo contesto, la nostra scelta è ricaduta sul candidato che, a nostro avviso, ha mostrato maggiore pragmatismo, riconoscendo, sia nel suo programma che nelle diverse interlocuzioni, i limiti e i punti di forza dell’Ateneo e del sistema nel suo complesso. La presenza di linee programmatiche più concrete che, se messe adeguatamente in pratica, porterebbero al conseguimento tangibile di obiettivi è stata una delle principali discriminanti nella nostra scelta, considerando che un programma troppo ampio e dettagliato rischierebbe di porre i diversi obiettivi illustrati in contraddizione tra loro, nel momento in cui si rende necessario passare da un testo scritto a una concreta applicazione.
Abbiamo quindi deciso di sostenere la candidatura di Michele Marroni, figura nella quale vediamo inoltre un ruolo di discontinuità con un passato che tanto ci ha puniti.