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In risposta al comunicato dell’ARDSU, alle dichiarazioni dell’assessore Barni e rispetto al dibattito sulle domande di borsa di studio 2015/16, proviamo a fare chiarezza, con la speranza di un dialogo concreto con l’ARDSU stessa e soprattutto con la Regione Toscana.

Riteniamo infatti che si stiano sottovalutando alcuni elementi, anche tecnici, che proviamo ad evidenziare. Da un lato, è realtà che lo scorso anno furono fatte due graduatorie con due scadenze distinte; dall’altro, però, ci sembra azzardato e irresponsabile affermare – come l’Azienda fa – di non poter fare un paragone con l’a.a. 2014/15: per quanto il periodo di concorso lo scorso anno fosse maggiore (l’ultima scadenza era infatti il 10 Ottobre) rivendicare quasi orgogliosamente di essere in linea con gli anni passati e ignorare del tutto l’evidente calo significa ignorare un problema. Dai dati infatti emerge che al 10 Settembre 2015 solo 11891 domande di borsa sono state presentate su tutta la regione Toscana, ben 4153 in meno rispetto alle 16044 dello scorso anno alla stessa data, comportando una diminuzione del 25,88%.

Tale problema esiste fuor di dubbio, probabilmente imputabile a diverse cause: l’impreparazione dei CAF sul nuovo conteggio dell’ISEE è stata evidentemente un motivo di disagio e mancata presentazione di domanda, allo stesso tempo l’indiscutibile impennata del parametro ISPEP, addirittura al di sopra dei parametri ministeriali, confermata anche nell’analisi presentata ad Aprile passato dall’ IRPET, che ha calcolato, in maniera dichiaratamente non precisa, un 7% di idonei in meno sulla platea di borsisti 2014/15, ha fatto sì che moltissimi, vedendosi reddito e patrimonio alle stelle, non abbiano nemmeno presentato la domanda di borsa.

È innegabile, infine, che ci siano persone che perderanno la borsa per una manovra che non è dipesa da loro e che il numero di borsisti scenderà rispetto allo scorso anno, al di là della graduatoria di riferimento e di come si voglia leggere i dati: di fatto, molte persone verranno escluse dai benefici del DSU per il nuovo calcolo dell’ISEE che, invece di essere lo strumento che combatte l’evasione fiscale, diviene ciò che espelle dal percorso formativo.

Siamo convinti che, una volta usciti i dati definitivi rispetto alle domande e successivamente quelli rispetto agli idonei, ci sia bisogno di un confronto sincero con l’assessorato regionale e con l ‘ Azienda: centinaia di studenti si troveranno da un anno all’altro senza mezzi per poter proseguire o iniziare il loro percorso universitario, quello di cui necessita ad oggi il diritto allo studio toscano non è il botta e risposta mediatico con gli studenti, ma una collaborazione concreta che abbia il fine di trovare soluzioni al processo in atto nella direzione di applicare realmente quello che è il Diritto allo Studio.