10171179_760465917382672_5221896193366114372_nMartedì 10 Febbraio il Consiglio di Scuola ha votato a maggioranza (con nostro voto contrario) per la soppressione degli appelli straordinari, nella forma per la quale siamo abituati a conoscerli. Difatti la maggioranza dei docenti presenti in quel consiglio ha ritenuto di interpretare a proprio piacimento il Regolamento Didattico D’Ateneo che li sancisce, nonostante il Senato Accademico si sia già espresso in passato non lasciando alcun dubbio interpretativo sul fatto che gli appelli straordinari non solo devono esserci per tutte le categorie previste, ma devono anche essere completi, cioè comprendendo anche le eventuali prove scritte.

L’interpretazione votata in consiglio di Scuola invece prevede che l’appello straordinario venga garantito solo per gli studenti lavoratori e, nel caso questi lo chiedano per un certo esame, si potrà aprire lo stesso appello d’esame anche alle altre categorie, fuoricorso compresi.
Quindi, se si è fuoricorso, per accedere all’appello starordinario di un certo esame si dovrà sperare di avere un collega lavoratore che chieda di far quello stesso esame.
Tutto questo sulla base di una proposta che, per giunta, doveva essere prima discussa nella commissione di programmazione didattica tra docenti e studenti, e che non è mai stata convocata. Uno sputo in faccia al normale funzionamento democratico di un consiglio, di cui il Presidente della Scuola è, volontariamente o involontariamente, complice.

Il Regolamento Didattico d’Ateneo è abbastanza univoco:

Art.23 – Comma 8:
[…]Agli eventuali appelli riservati di cui al comma 5 dell’art. 27( Ndr. Appelli straordinari per studenti lavoratori) , sono ammessi anche studenti/studentesse:
-iscritti da un numero di anni superiore alla durata normale del corso di studio (“fuori corso”);
-genitori con figli di età inferiore agli otto anni;
-in maternità.

Art.27 – Comma 5:
Per ogni insegnamento, agli studenti lavoratori deve essere garantito un numero di appelli d’esame pari a due più il numero minimo di appelli previsto dall’art. 23, comma 8 del presente regolamento, ovvero sette per insegnamenti che prevedono prove in itinere e otto per insegnamenti che non prevedono prove in itinere. I dipartimenti, su proposta dei consigli di corso di studio, sono pertanto tenuti a garantire, in sede di definizione del calendario didattico, eventuali appelli straordinari, anche sovrapposti temporalmente ai periodi destinati alle attività didattiche in aula o laboratorio, riservati agli studenti lavoratori fino al raggiungimento di tale numero minimo. L’iscrizione agli appelli riservati deve avvenire entro le due settimane lavorative antecedenti l’inizio degli stessi. I docenti concordano con lo studente lavoratore orari e modalità di ricevimento anche al di fuori di quelli previsti per gli studenti ordinari.”

Queste invece sono le righe contenute nel documento votato a maggioranza dal Consiglio di Scuola di Ingegneria del 10 febbraio (18 favorevoli, 11 contrari):

Il regolamento didattico parla chiaro e l’interpretazione dell’Ateneo non tiene conto delle reali necessità di Ingegneria […] è tecnicamente impossibile e didatticamente sbagliato prevedere appelli completi per fuoricorso durante il periodo delle lezioni”.
La peggiore delle conclusioni di un dibattito durato mesi, con l’obiettivo di normalizzare lo strumento dell’appello per i studenti fuoricorso, lavoratori e in maternità, quando attualmente è non regolamentato ed ogni docente è libero di fare come vuole, compreso non farli.

Con questo crediamo si sia toccato il fondo: mai nella storia recente il corpo docente si era spinto tanto oltre. Non ci stupiamo troppo dei promotori, sempre i soliti noti, quanto della cecità di chi siede nell’organo che, purtroppo, non si è reso conto dell’incredibile disparità e profonda ingiustizia che si andava a legiferare.
Non c’è dubbio che tramite i nostri rappresentanti faremo ricorso al Senato Accademico, il quale non mancherà di esprimersi negativamente su questa interpretazione, che riteniamo sonoramente da rimandare al mittente.
Nelle prossime settimane organizzeremo tutte le azioni necessarie per fermare questa escalation che, cominciata con il ritorno al blocco totale per gli studenti gravati da OFA, rischia di toccare perfino il numero di appelli per la stragrande maggioranza degli studenti dei nostri Corsi.