Ieri si sono riuniti sia la Commissione Didattica che il Consiglio Studentesco per esprimere parere sul nuovo regolamento per la contribuzione studentesca.

In vista di questo momento, nelle ultime settimane, abbiamo avuto un fitto dialogo con l’Ateneo, volto a contrattare un risultato che fosse più sostenibile possibile per la nostra comunità.

Le nostre pressioni hanno impedito per anni l’aumento della contribuzione, portando anche l’Amministrazione a prendere l’impegno di non aumentarla. Cosa non scontata, in un contesto in cui parte della componente docente già da tempo insisteva, e continua a insistere, sulla necessità di alzarla, essendo ad oggi “troppo bassa”.

Quest’anno, tuttavia, definendolo un “adeguamento” all’inflazione,  l’Ateneo aveva inizialmente proposto un aumento indiscriminato del +5,4% di tutte le fasce contributive.

Le motivazioni di questa proposta vanno cercate nelle difficoltà di bilancio dell’Ateneo. Sono almeno 10 anni che, come Sinistra per…, contestiamo alcune scelte economiche dell’Ateneo: il bilancio è stato gestito dando fin troppa priorità al breve termine, nella speranza che, forse, un giorno qualcosa sarebbe cambiato “da fuori”.

La combinazione con un finanziamento ministeriale strutturalmente insufficiente e l’aumento dei costi dovuti alla situazione internazionale ha solo accelerato il processo e portato alla definitiva esplosione del problema.

Di fronte a questo contesto, abbiamo scelto di contrattare con l’Amministrazione per garantire che, dalla decisione presa, derivassero benefici per tutta la comunità studentesca e che fossero tutelate le fasce economiche più basse, già duramente colpite dalla fase storica.

L’Ateneo, riconoscendo da subito il principio per cui il bilancio non possa essere risanato con le nostre tasche, ha proposto un aumento che indicativamente ridurrebbe di circa il 5% le perdite di bilancio.

A contrappeso di questo aumento, apparso solo in parte trattabile, abbiamo avanzato e ottenuto una serie di richieste:

  1. Che gli aumenti non si applichino alle fasce più basse di ISEE; il compromesso raggiunto è che vadano a riguardare solamente gli ISEE > € 40.000;
  2. Che gli aumenti non si applichino alle maggiorazioni previste per fuoricorso e inattività. Le maggiorazioni in sé rimarranno (anche perché previste da normativa nazionale), ma non saranno in alcun modo aumentate, al contrario di quello che prevedeva inizialmente l’Ateneo;
  3. Che le risorse economiche derivanti dall’aumento della contribuzione vengano reinvestite in miglioramento dei servizi per la comunità studentesca, in particolare:
    • Riapertura e potenziamento dello Sportello di Ascolto;
    • Ampliamento dell’orario delle biblioteche di Storia, Filosofia e Antichistica fino alle 23.00;
    • Aumento delle postazioni di studio in poli e biblioteche, con maggiori aperture durante il fine settimana;
    • Realizzazione di analisi volte alla formulazione di soluzioni concrete alla durata delle nostre carriere (tra le più alte in Italia) e alla crisi abitativa che da anni danneggia la nostra comunità.

Nel Senato del 7 giugno verrà deliberata l’ultima versione del Regolamento Tasse, che verrà definitivamente approvato in Consiglio di Amministrazione. Il 7 giugno vogliamo vedere nero su bianco, allegate alla delibera, le richieste che abbiamo presentato. Fino ad allora, il nostro posizionamento non può che essere di netta opposizione a qualsiasi aumento della contribuzione.