Il 31 luglio il DSU delibera l’aumento delle tariffe mensa, uno degli aumenti più importanti degli ultimi anni, portando quasi a raddoppiare il costo per le fasce più alte di ISEE, per studentɜ Erasmus, stranierɜ o provenienti da altri Atenei, così come per chi non presenta l’ISEE.
Da quel momento tutto tace sui loro canali, salvo un timido comunicato nel quale sostengono che sia il primo aumento degli ultimi 15 anni, cosa tra l’altro non vera.
Pochi giorni fa un post del DSU Toscana: una comunicazione che si propone, in teoria, di illustrare come sono variate le tariffe del servizio mensa. Questa comunicazione non brilla certo né per chiarezza né trasparenza… in sintesi “le tariffe per le fasce più basse sono rimaste invariate, per scoprire tutte le tariffe inquadra il QR code”.
Non possiamo fare a meno di immaginare che questa comunicazione “fallimentare” sia dovuta alla grande difficoltà in cui il DSU si ritrova, nel dover comunicare questo genere di cambiamenti. Simile forse alla difficoltà con cui moltɜ di noi potranno continuare a mangiare a mensa dato l’aumento dei prezzi. Ma, in effetti, come non provare vergogna per una decisione come questa, sostanzialmente calata dall’alto? La “leva economica” a cui più volte abbiamo fatto riferimento non è tanto quella del DSU, ma della regione Toscana, dove molti servizi hanno visto importanti rincari nell’ultimo periodo: a partire dagli aumenti dei biglietti dei trasporti pubblici, toccando ora le mense universitarie.
Ridimensionare il servizio mensa sembra essere qualcosa che la Regione non teme, ma anzi cerca: se diminuiscono le utenze, diminuiscono i fondi da destinare al servizio.
Insomma, tagliare sui nostri diritti rappresenta sempre un utile investimento quando c’è un bilancio da far quadrare.
Di fronte a questo come componente studentesca non staremo certamente a guardare.
Continuiamo a chiedere, sia all’ARDSU che alla Regione, un’assunzione di responsabilità politica delle proprie scelte, che deve passare anche da una comunicazione trasparente.
Alla Regione chiediamo poi risposte in merito alle motivazioni sottostanti questa decisione. Pretendiamo un cambio di direzione e è per questo che lotteremo.
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