Ogni anno il 20 novembre ricorre il Transgender Day of Remembrance, istituito nel 1999 negli Stati Uniti da Gwendolyn Ann Smith. Inizialmente una veglia per commemorare Rita Hester, uccisa l’anno prima, e tutte le altre persone trans uccise nel periodo dalla sua morte al 20 novembre 1999, è diventata fin da subito una ricorrenza osservata dalla comunità trans mondiale.

Anche questo 20 novembre ci ritroviamo a ricordare le vittime di violenza transfobica. Secondo i dati di TGEU, nell’ultimo anno gli omicidi sono stati 327, la maggior parte dei quali a danno di persone trans migranti, razzializzate e sex workers. Il 95% delle vittime erano donne trans e persone transfemme.

La transfobia non è nulla di nuovo, ma l’ascesa delle destre in tutto il mondo negli ultimi anni, accompagnata da una retorica particolarmente violenta contro l’intera comunità LGBTQIA+, e soprattutto verso le persone trans e gender non-conforming, è sicuramente causa di forti preoccupazioni. Facendo leva sulla tutela di donne e bambini, creano un clima di panico morale che non può non sfociare in violenza.

L’Italia già detiene un triste primato come paese in Europa con il più alto numero di omicidi di persone trans. È di pochi giorni fa la notizia dell’omicidio di una donna trans colombiana, Marta Castano, a Roma, assieme ad altre due donne straniere (notizia riportata dai giornali come omicidio di “due donne e una trans”).

Anche i luoghi della formazione non sono liberi da episodi di violenza. Lo scorso giugno si è tolta la vita Cloe Bianco, docente di scuola superiore, che dopo il suo coming out è stata sospesa dall’insegnamento e messa a lavorare in segreteria; la scorsa settimana, un docente ha rifiutato il compito di uno studente che non si era firmato con il nome anagrafico, nonostante lo studente avesse la carriera alias, dichiarando davanti all’intera classe di “avere davanti una donna, non un uomo” e chiamando più volte il ragazzo con il suo deadname.

Questi sono solo pochi esempi di ciò che accade nelle nostre scuole e università. Vogliamo che i luoghi che attraversiamo ogni giorno come studentз siano luoghi in cui possiamo sentirci al sicuro, in cui la nostra identità sia rispettata e la nostra dignità tutelata.

In questa giornata in cui ricordiamo le nostre sorelle e i nostri fratelli vittime della violenza di questa società transfobica, vogliamo ribadire che noi non smetteremo di lottare, anche per tuttз coloro che non possono più farlo. 

Fonte dati: https://transrespect.org/en/tmm-update-tdor-2022/