Lunedì abbiamo partecipato all’assemblea pubblica organizzata dal Comune di Pisa per presentare e discutere insieme alla cittadinanza il progetto di riqualificazione di Ex Caserma Artale.
Assemblea pubblica che ci appare essere una misura di facciata piuttosto che un reale strumento di coinvolgimento, convocata dopo che varie parti sociali, tra cui noi, hanno sottolineato la necessità di discutere a livello collettivo un progetto così importante per il contesto cittadino. Anche in questa occasione è stata evidente la mancanza di un confronto sulle scelte politiche di uso del complesso.

Lo studentato che si intende realizzare potrà ospitare circa 200 posti letto. Di questi, il Comune immagina che solamente 40 possano essere resi accessibili alla componente studentesca tramite bando DSU. Viene poi confermata l’ipotesi che quello che è stato pensato come teatro possa venir trasformato in un’attività commerciale.

Per una città come Pisa, dove i posti alloggio per la componente studentesca sono insufficienti a soddisfare le domande presentate, riteniamo un progetto come questo irricevibile. A febbraio ancora 800 persone erano in attesa della convocazione e la sola apertura di San Cataldo non è una soluzione.
Come possiamo pensare poi che un teatro, potenziale luogo di aggregazione e cultura, possa trasformarsi in un mini-market? Quando è ormai da anni che a Pisa non esiste un’offerta sociale e culturale accessibile per la sua popolazione, meno che mai per la componente studentesca. Non possiamo accettarlo.

Abbiamo portato il Senato Accademico ad approvare la nostra mozione nella quale chiediamo un dialogo e accordo tra Università, Comune e Azienda Regionale per il Diritto allo Studio al fine di garantire che i posti alloggio di questo studentato vengano resi accessibili alla componente studentesca tramite bando del DSU. Alla luce di questi sviluppi nel progetto è necessario passare dalle dichiarazioni alle proposte.

Come possiamo infatti accontentarci dei 40 posti ipotizzati, di fronte a un’emergenza abitativa che ci costringe a rinunciare a vivere a Pisa o a sottostare a costi di affitto a dir poco proibitivi? Incontreremo nuovamente l’Amministrazione dell’Ateneo e dell’ARDSU per concretizzare l’interlocuzione costruita fino ad ora.
Come componente studentesca dobbiamo continuare a far sentire la nostra voce, per rendere effettivamente reale il nostro Diritto allo Studio.