«I can’t breathe». Il 25 maggio 2020, soffocato da un poliziotto, George Floyd ha ripetuto questa frase circa 20 volte. Questi dettagli sono usciti tramite la trascrizione dei filmati della “body camera” degli agenti di polizia accusati. Ad un certo punto Floyd dice all’agente Derek Chauvin: “Mi stai uccidendo”. Ma lui risponde: “Allora smettila di parlare, smettila di urlare. Ci vuole tanto ossigeno per parlare” .

L’agente Chauvin avrebbe dovuto rispondere dell’accusa di omicidio di secondo grado per aver provocato la morte di Floyd, premendo con il suo ginocchio sul collo di Floyd per oltre 8 minuti. Gli altri tre poliziotti sono stati accusati di favoreggiamento e omicidio. Le trascrizioni sono state presentate al tribunale del Minnesota dai legali di Thomas Lane.

Accusato di favoreggiamento, Lane ha affermato che era in servizio solo da quattro giorni e ha obbedito agli ordini di Chauvin, che aveva 19 anni di esperienza.Questo è solo quel che saltato fuori nei mesi successivi a questa tragedia razzista, che ha dato la spinta finale ai movimenti BLM.

Ma ci sono novità?

L’ex agente è stato ritenuto dalla giuria colpevole per tutti e tre i capi di accusa: omicidio colposo, omicidio di secondo grado preterintenzionale e omicidio di terzo grado. Questa notizia è stata festeggiata in moltissime città americane. Il verdetto non era scontato, dato il clima in cui riversano gli Stati Uniti, ma possiamo dire che questa condanna è un momento importante e rivoluzionario. il processo a Chauvin è stato importante proprio per l’esposizione mediatica che ha ricevuto, superiore a quella riservata a casi omologhi come gli omicidi di Trayvon Martin o di Breonna Taylor. Hanno contribuito senza dubbio il fatto che alla Casa Bianca ci fosse Donald Trump, noto per le sue posizioni estremiste e discriminatorie. Un altro particolare che ha distinto il caso di Floyd da casi simili precedenti è stata la reazione delle istituzioni, molte delle quali si sono messe dalla parte di Floyd in modo esplicito.

Kamala Harris e Joe Biden hanno chiamato la famiglia di Floyd dopo il verdetto, e il Presidente degli USA si dimostra disponibile a chiedere un disegno di legge in merito al razzismo.Nonostante molti aspetti positivi, il razzismo non è sparito. Non possiamo lasciare che la morte di Floyd sia quel caso su milione, non dobbiamo lasciare che resti nel soffitto di cristallo. La battaglia contro il razzismo non è ancora conclusa, dobbiamo chiedere giustizia per le violenze sulle persone nere, che abbiamo lo stesso processo e impatto mediatico come Floyd.

Floyd è il nostro simbolo, il nostro baluardo di rivalsa, non lasciamo che sia solo una tenue lanterna sulla strada verso l’uguaglianza.